Per linguaggi di programmazione si intende un insieme di dati in grado di scrivere programmi per computer eseguendo una determinata serie di operazioni attraverso delle specifiche istruzioni.
I linguaggi di programmazione ad oggetti (OOP) sono stati introdotti circa negli anni ‘70.
Si tratta di una metodologia creata per cercare di assecondare la nascita di alcune nuove esigenze, come la possibilità di poter riprodurre un oggetto informatico come entità.
Per linguaggi di programmazione ad oggetti quindi si intende una programmazione che ha la capacità di raggruppare in un’entità unica le strutture dati e le procedure adatte in grado di creare un “oggetto”, cioè attraverso diversi componenti che si rapportano tra loro per svolgere una specifica azione.
La OOP prevede che queste procedure e questi dati siano raggruppati in “classi“, cioè un modello in cui si possono trovare attributi e metodi, dando la possibilità di riutilizzare intere parti di codice in programmi anche particolarmente diversi tra loro.
Indice dei contenuti
I principali linguaggi di programmazione a oggetti
In generale i linguaggi si possono dividere in due grandi categorie:
- Linguaggi ad oggetti Non tipizzati (Smalltalk)
In cui si possono definire degli oggetti senza doverne enunciare il tipo e in cui sono entità che includono un sistema di dati nelle sue operazioni.
- Linguaggi ad oggetti Tipizzati (C++, Java)
In cui si possono definire dati astratti, e gli oggetti devono appartenere ad un determinato tipo astratto.
In più in questo linguaggio un oggetto è un’istanza della classe.
Oggi i linguaggi di programmazione ad oggetti più utilizzati sono:
C++
È un linguaggio di programmazione introdotto nel 1983 per sviluppo del linguaggio C trasformato in OOP e venne standardizzato nel 1998.
Il linguaggio C++ presenta molti vantaggi per i programmatori grazie alla sua struttura e funzione.
Si può dividere in due parti principali: il nucleo e la libreria standard, cioè una raccolta di dati utili per la riuscita dello svolgimento delle funzioni del programma.
Smalltalk
È stato uno dei primi linguaggi ad utilizzare gli oggetti come base per sviluppare un software. In questo linguaggio la programmazione è guidata da un’interfaccia grafica, ed ha portato all’innovazione del concetto di classe e di tipi dinamici.
Java
Si tratta di un linguaggio di programmazione ad oggetti di alto livello creato nel 1992.
Anche questo linguaggio è basato su classi, oggetti e metodi ed è pensato allo sviluppo di applicazioni in rete.
Un programma Java quindi consiste in un insieme di definizioni di classi.
Essendo uno dei linguaggi di programmazione più utilizzato, la rete offre la possibilità di effettuare corsi di formazione in Java per studiare la sua programmazione in base al proprio livello di preparazione e alle proprie esigenze, come quello offerto da MAC Formazione per maggiori informazioni clicca qui.
Object-C
Questo linguaggio sviluppato negli anni ‘80 è di tipo riflessivo ed è una estensione ad oggetti del linguaggio C ed è per questo che non è dotato di una forte tipizzazione.
La sua principale caratteristica si basa sull’ottimizzazione della gestione dei messaggi cioè lo scambio di essi tra i soggetti, simile a quella Smalltalk.
Eiffel
Si tratta di un linguaggio che evidenzia la scrittura di programmi robusti nato nel 1985 e pensato per un utilizzo industriale.
Eiffel supporta l’ereditarietà multipla, il polimorfismo e l’incapsulamento.
Caratteristiche degli OOP
Un linguaggio più essere chiamato ad oggetto se risponde a determinate caratteristiche:
- Ereditarietà: meccanismo che permette di poter estendere una classe facendole ereditare le peculiarità dell’altra, e quindi di aggiungere elementi ad essa, formando delle sottoclassi, dei tipi e dei sottotipi.
- Incapsulamento: metodo in cui un oggetto può incapsulare attributi e metodi, e le sue funzioni private non sono accessibili al di fuori della classe
- Polimorfismo: è la proprietà che possiede un ente di poter assumere nel tempo forme sempre differenti, facendo quindi riferimento a classi diverse.
Questi sono i principali vantaggi dei linguaggi di programmazione ad oggetti, oltre all’organizzazione dei codici in classi che favorisce la modularità e alla facilità nella gestione di progetti di grandi dimensioni.
L’orientamento agli oggetti, infatti, permette di disporre di:
- Riusabilità: in cui le classi definite si possono riutilizzare.
- Robustezza: che indica la potenzialità di proseguire l’operazione anche in presenza di errori.
In sintesi, gli scopi principali della OOP sono quelli di agevolare il mantenimento e l’aggiornamento dei programmi e migliorare la comprensibilità del codice.